sabato 19 marzo 2011

Emmaus, di Alessandro Baricco

Quattro ragazzi, una morale cristiana che intrappola in una certezza senza confronti i suoi fedeli, una bella ragazza dal nome e dai tratti maschili, adulti assenti, un turbinio di emozioni e un grande confronto tra spiriti. Questi sono i veri protagonisti del romanzo di Alessandro Baricco, Emmaus.

Romanzo con quello stile tipico dello scrittore torinese che già nel titolo dato all’opera risulta essere emblematico del grande conflitto interiore che affrontano i suoi giovani protagonisti. Cresciuti secondo la più rigida dogmatica fede cattolica (quella che ogni possibile verità è associabile al Dio, e che ogni alternativa alla vita liturgica e alienante e conducibile al peccato), vengono accecati dalla routine e finiscono col perdere di vista il loro Cristo.

Una religione che diviene una monotona normalità nella quale non è più permesso di porsi interrogativi. Alla base una tradizione che non permette una riflessione su ciò in cui si crede. Un’educazione terribilmente perfetta per crescere individui ignoranti della propria individualità. E la famiglia che esercita la propria funzione di nebbia che delicatamente riveste la realtà.

Poi c’è Andre. La follia bramata dalla voglia di evadere.

Luca, Bobby, Il Santo e l’io narrante (i quattro giovani protagonisti dell’opera) vengono completamente stravolti ed incuriositi da questa ragazza. Figura che rappresenta in pieno il mondo da cui deriva. Tragica. In questo modo l’io narrante definisce quel mondo di ricchi che potevano permettersi dei “destini tragici”. “Noi moriamo, ogni tanto, loro sono assassini e assassinati”. Ma la tragedia aspetta questi ragazzi dietro l’angolo, nascosta tra le coperte di un letto nel quale Luca e il ragazzo narratore passano una notte di sesso con la bella e maschile Andre.

Questa realtà (priva di esigenze morali) li ha sedotti poggiandosi sulla curiosità giovanile che potrebbe smuovere il mondo dal suo asse.

Tutto quello che la morale cattolica e le famiglie di questi ragazzi hanno costruito va in macerie. La realtà tragica di questi peccatori considerati lontani e inferiori dalla comunità tocca le vite dei giovani ragazzi. Nulla è più certo. Tutto appare confuso. Hanno varcato il confine del perimetro di sicurezza installato nei propri cuori e nelle proprie menti.

In questo turbinio di santi e peccatori i genitori si pongono ai margini della vita dei loro figli. Timorosi di affrontare la loro vita. Raramente tentano con una lentezza agonizzante di cercare di capirci qualcosa. Ma troppo tardi. Incapaci.

Si è parlato di un romanzo quasi autobiografico. Per me è di più. Una parabola di vita che descrive comportamenti e pensieri che portano ad una alienazione della religiosità stessa nel meccanismo ferroso e arrugginito del rito che non lascia via di scampo.

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